Le persone che commettono azioni sessuali delittuose nei confronti di minori (siano essi pedofili, genitori incestuosi o persone che molestano bambini in circostanze particolari) possono ricorrere a un trattamento psicologico per comprendere le ragioni del proprio agire e per evitare le possibili ricadute.
A volte il trattamento è richiesto dall’autorità giudiziaria, specie se l’autore di reato è un adolescente; molto spesso però la domanda è su base volontaria e privata.
Prima di ogni altra considerazione, la condizione per una terapia è l’ammissione delle proprie azioni e il riconoscimento della loro gravità.
Il primo passo del percorso terapeutico è la psicodiagnosi. Infatti, è necessario comprendere il funzionamento psichico proprio del paziente, le componenti individuali e relazionali che lo caratterizzano. Spesso l’abusante sessuale è persona a sua volta portatrice di esperienze sfavorevoli infantili, ed è importante capire come le conseguenze di tali eventi abbiano distorto o alterato l’assetto psichico.
- La valutazione psicodiagnostica si avvale di
- colloqui clinici di osservazione
- test proiettivi (Test di Rorschach e TAT) per fornire informazioni sul funzionamento del pensiero, sulla qualità delle difese, sulle modalità di coping e sulle dinamiche intrapsichiche alla base dei comportamenti
- auto descrizione della propria vita e genogramma familiare
- questionari autosomministrati come il TSCC, utile a isolare eventuali esiti post traumatici
- L’intervento diagnostico dura in genere da 3 a 4 sedute. La restituzione al paziente serve a individuare insieme i nodi problematici su cui lavorare e contribuisce alla costruzione dell’alleanza terapeutica.