I bambini che hanno vissuto esperienze sfavorevoli o traumatiche esprimono una sofferenza nei comportamenti, nei pensieri e nelle emozioni, anche se il disagio può essere apparentemente attutito da meccanismi adattativi.
I bambini si sentono difettosi, brutti, non degni di essere amati e spesso responsabili di quanto è loro accaduto. Per capire cosa accade dentro di sé, in relazione a quanto accaduto, la psicodiagnosi è fondamentale.
Nel tempo abbiamo sviluppato un modello di valutazione organizzato in tre livelli di approfondimento, ciascuno articolato su due aree di osservazione: l’area dei comportamenti manifesti e l’area dei vissuti interni.
Vengono utilizzati strumenti riconosciuti dalla comunità scientifica mirati alla rilevazione dei funzionamenti post-traumatici, grazie a diversi osservatori in diversi ambiti di vita (il paziente stesso, i suoi genitori, gli insegnanti). Tutti questi elementi rendono la valutazione psicologica un momento di autoconoscenza precisa, comprensibile ed emotivamente coinvolgente.
- Il percorso diagnostico comporta indicativamente da 5 a 7 sedute, comprensive di:
- primo contatto con chi si cura del bambino per la raccolta iniziale delle informazioni
- prima seduta di ‘contratto’ con il bambino stesso e i suoi caregiver per condividere la motivazione e i pregressi che hanno portato alla consultazione
- sedute per la somministrazione dei test e dei questionari (in parallelo ai bambini e ai loro caregiver)
- seduta di discussione dei risultati con il bambino e, successivamente, con i suoi caregiver
- Se richiesta, si rilascia una relazione sul percorso effettuato e sul suo esito, nonché sulle indicazioni prognostiche e terapeutiche.